Della vasta produzione di Gaetano Chiaromonte, scultore celebre tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, Salerno, sua patria orgogliosa, conserva in città parecchie delle sue opere distribuite per la maggior parte in un itinerario che da Piazza Vittorio Veneto si snoda fino alla Villa Comunale.
Allievo sin dall’età di nove anni di Stanislao Lista, altro illustre scultore salernitano, che lo indirizzò agli studi dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, dimostrò ben presto l’attitudine all’arte e la sua caparbia volontà di emergere.
Idealmente il “percorso” in città dell’artista inizia con il Monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale in Piazza Vittorio Veneto, inaugurato nel 1923 per proseguire in un tratto di Corso Garibaldi connotato dalla statua della Libertà per il Monumento ai Martiri dell’Indipendenza della Provincia del 1912. Per quest’ultimo non si possono non ricordare le furiose polemiche che infiammarono i giornali dell’epoca all’indomani della sua presentazione al pubblico: l’organo diocesano “Buon Senso”, ad esempio, definì la statua “la donnaccia ignuda” chiedendone la rimozione.
Particolarmente notevoli sono gli altorilievi in bronzo che Chiaromonte portò a termine nel 1937, conservati a Palazzo di Città ed esposti negli spazi antistanti il Salone dei Marmi tra cui quelli raffiguranti Roberto il Guiscardo e l’entrata di Gregorio VII a Salerno.
La Villa Comunale, poi, è davvero disseminata di sue opere: dal busto di Giovanni Cuomo, Ministro della Pubblica Istruzione nel periodo di Salerno Capitale a quelli di Enrico De Marinis e Clemente Mauro, politici del collegio salernitano che si distinsero particolarmente a cavallo tra Ottocento e Novecento, creazioni tutte del 1949. La sede della Direzione dei Musei e Biblioteche Provinciale, inoltre, in via Roma, ospita anche il busto di Francesco Linguiti, grecista e poeta, già direttore della Biblioteca provinciale dal 1878 al 1889.
Una menzione particolare però, tra le opere del Chiaromonte, merita una statua di terracotta realizzata nel 1933, acquisita dalla Provincia di Salerno nell’estate del 2005 e visibile nella sala di ingresso della Pinacoteca Provinciale. Si tratta del corpo nudo di una figura femminile che impressiona per la sua veridicità e sensualità, seduta su una base su cui è contrassegnata la doppia firma dell’autore. Se lo stile del Chiaramonte nella maggior parte delle sue opere sottolinea la sua particolare duttilità nel campo della ritrattistica, quest’opera in terracotta conferma la capacità dello scultore di esprimersi in tutto il suo talento quando il soggetto gli consentiva l’osservazione approfondita dell’intero corpo umano.
Della vasta produzione di Gaetano Chiaromonte, scultore celebre tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, Salerno, sua patria orgogliosa, conserva in città parecchie delle sue opere distribuite per la maggior parte in un itinerario che da Piazza Vittorio Veneto si snoda fino alla Villa Comunale.
Allievo sin dall’età di nove anni di Stanislao Lista, altro illustre scultore salernitano, che lo indirizzò agli studi dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, dimostrò ben presto l’attitudine all’arte e la sua caparbia volontà di emergere.
Idealmente il “percorso” in città dell’artista inizia con il Monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale in Piazza Vittorio Veneto, inaugurato nel 1923 per proseguire in un tratto di Corso Garibaldi connotato dalla statua della Libertà per il Monumento ai Martiri dell’Indipendenza della Provincia del 1912. Per quest’ultimo non si possono non ricordare le furiose polemiche che infiammarono i giornali dell’epoca all’indomani della sua presentazione al pubblico: l’organo diocesano “Buon Senso”, ad esempio, definì la statua “la donnaccia ignuda” chiedendone la rimozione.
Particolarmente notevoli sono gli altorilievi in bronzo che Chiaromonte portò a termine nel 1937, conservati a Palazzo di Città ed esposti negli spazi antistanti il Salone dei Marmi tra cui quelli raffiguranti Roberto il Guiscardo e l’entrata di Gregorio VII a Salerno.
La Villa Comunale, poi, è davvero disseminata di sue opere: dal busto di Giovanni Cuomo, Ministro della Pubblica Istruzione nel periodo di Salerno Capitale a quelli di Enrico De Marinis e Clemente Mauro, politici del collegio salernitano che si distinsero particolarmente a cavallo tra Ottocento e Novecento, creazioni tutte del 1949. La sede della Direzione dei Musei e Biblioteche Provinciale, inoltre, in via Roma, ospita anche il busto di Francesco Linguiti, grecista e poeta, già direttore della Biblioteca provinciale dal 1878 al 1889.
Una menzione particolare però, tra le opere del Chiaromonte, merita una statua di terracotta realizzata nel 1933, acquisita dalla Provincia di Salerno nell’estate del 2005 e visibile nella sala di ingresso della Pinacoteca Provinciale. Si tratta del corpo nudo di una figura femminile che impressiona per la sua veridicità e sensualità, seduta su una base su cui è contrassegnata la doppia firma dell’autore. Se lo stile del Chiaramonte nella maggior parte delle sue opere sottolinea la sua particolare duttilità nel campo della ritrattistica, quest’opera in terracotta conferma la capacità dello scultore di esprimersi in tutto il suo talento quando il soggetto gli consentiva l’osservazione approfondita dell’intero corpo umano.