Salerno, le origini

Castrum Salernum

La storia di Salerno ha origini antichissime; sono attestate residenze umane nel territorio della città nel terzo e secondo millennio a.C.
È soltanto intorno al VI secolo a.C. che vengono alla luce le prime testimonianze di un insediamento etrusco che sorgeva sul fiume Irno, nei pressi dell’attuale quartiere di Fratte. Tuttavia, è con la dominazione romana che prendono corpo le prime fondamenta dell’istituzione cittadina di Salerno, documentabile dal 197 a.C., anno in cui i romani fondarono un castrum (accampamento dell’esercito romano) sul monte Bonadei per sorvegliare le popolazioni dell’agro picentino durante la seconda guerra punica. Quanto alla denominazione, il nome originario, Salernum, deriverebbe dalla piccola città preromana di Irnthi, la cui esistenza è stata certificata appunto dalla scoperta di una necropoli del VI-V secolo a.C. presso Fratte.

Tappe salienti

Il dominio longobardo

VIII-XI secolo d.C.

Tra il 639 e il 640 d.C. i Longobardi di Arechi I del Ducato di Benevento strapparono la città di Salerno al dominio bizantino, riuscendo a conquistarla nel 646 d.C. Dopo la sconfitta dei longobardi a Pavia, nel 774 Arechi II volle creare una nuova capitale fortificata in grado di poter resistere all’avanzata di Carlo Magno ed eccellere nei rapporti con Bisanzio e Roma.

La città sorgeva in un luogo facilmente difendibile: era protetta a nord dai monti e dal castello - che dominava la collina - mentre la piana del Sele rappresentava un luogo in cui ospitare i profughi scampati alla conquista della Langobardia Maior. È proprio con Arechi II che Salerno assunse un importante ruolo storico diventando uno dei principali centri di organizzazione territoriale civile ed ecclesiastica. La città continuò ad essere sede principesca anche dopo la sua morte, il 26 agosto del 787. Nel IX secolo (839 d.C.) il principato di Salerno divenne indipendente da Benevento, acquisendo i territori del Principato di Capua, la Calabria settentrionale e la Puglia fino a Taranto. Il principe Guaimario IV – destinato a segnare pagine luminose nella storia della città e del principato – nella prima metà dell’anno 1000, annesse anche Amalfi, Sorrento, Gaeta ed il Ducato di Puglia e Calabria, cominciando in tal modo ad ipotizzare un regno che comprendesse tutta l’Italia meridionale. La città di Guaimario assunse l’aspetto di un trafficato centro marittimo, frequentato dagli Arabi di Sicilia e d’Africa: Opulenta Salernum fu la dizione coniata sulle monete che erano battute dalla città per i suoi traffici nel X e XI secolo, a testimonianza del momento di particolare splendore e della trasformazione da “città capitale a città metropoli” con uno sviluppo urbano considerevole.

Il dominio normanno

XI-XII secolo d.C.

A Salerno, nel corso del 999, i Normanni fecero la loro prima apparizione sul suolo dell’Italia meridionale, assoldati di volta in volta nelle contese locali dal potente di turno. Tra questi valorosi, si distinse particolarmente Roberto il Guiscardo (l’astuto) della famiglia degli Altavilla (Hauteville), il quale sposò la principessa di Salerno Sichelgaita, figlia di Guaimario. Salerno divenne così il centro più importante dei territori normanni, che si estendevano sull’intera Italia meridionale.

Tra le opere di maggior rilievo del Guiscardo per il territorio salernitano, spicca la costruzione del magnifico Duomo di Salerno, ultimato nell’estate del 1084 e consacrato nel mese di luglio dal papa Gregorio VII in persona. In questo periodo fu fondata anche la Scuola Medica Salernitana che rappresentò la prima istituzione medica dell'Europa cristiana. A Salerno, porto di mare aperto agli influssi del mondo arabo e bizantino, la Scuola trovò terreno fertile per far rifiorire l'arte medica; si tornò a studiare Ippocrate e Galeno, ed era possibile assistere a lezioni di docenti provenienti da tutto il Mediterraneo. La leggenda infatti vuole che la Scuola sia nata dall’incontro fortuito, durante un temporale, di quattro medici: un arabo, un ebreo, un latino e un greco (Adela, Elino, Salerno e Ponto). La Scuola, inoltre, fu la prima istituzione europea in cui le donne goderono di diritti pari a quelli degli uomini. Infatti le “Mulieres Salernitanae”, la più famosa delle quali fu Trotula de Ruggiero, furono forse le prime donne ad insegnare ed esercitare la professione medica ed a scrivere trattati di carattere clinico-farmacologico.

Il periodo svevo

XII-XIII secolo d.C.

Durante il XII secolo Federico II di Svevia emanò diversi editti che relegarono Salerno in secondo piano. In particolare, la Scuola Medica perse parte della sua importanza con la fondazione dell’Università di Napoli, anche se nelle Costituzioni Melfitane fu egli stesso a riconoscere alla Scuola l’autorità esclusiva di rilasciare le lauree in medicina. Un nuovo e reale decollo commerciale della città si ebbe a partire dall’ultima età sveva – durante il regno di Manfredi – anche grazie all’enorme influenza che il salernitano Giovanni da Procida godeva presso la corte.

In questo periodo, infatti, fu istituita la fiera di San Matteo, che si svolgeva due volte l’anno: nel mese di settembre – in occasione della festa del santo – e nel mese di maggio, nella ricorrenza della translazione delle sue reliquie. Inoltre, nel 1260 si diede inizio ai lavori di sistemazione del porto, fortemente richiesto dai Salernitani; a testimonianza di ciò, ancora oggi, il molo più antico dello scalo porta il nome del sovrano svevo: “molo Manfredi”.

Scenari

Testimonianze fotografiche