Inevitabilmente alla realtà storica si intreccia la leggenda. Si racconta che Pietro Barliario avesse stretto un patto col diavolo e che per questo motivo avesse iniziato a concentrare nelle sue mani un enorme potere. La stessa realizzazione dell’acquedotto era dunque frutto di un sortilegio, per mezzo del quale decine di spiriti maligni, sotto il controllo del mago, edificarono l’imponente rete idrica in una sola notte di furiosa tempesta. Ma la leggenda ha un triste epilogo. L’enorme potere esercitato dal Barliario doveva aver suscitato l’invidia del diavolo stesso, il quale si vendicò crudelmente sui suoi nipotini. Li attirò nel laboratorio segreto del mago e lì i due bambini iniziarono a giocare con arnesi e fiale, inconsapevoli del pericolo. Al suo ritorno, Barliario ritrovò i piccoli privi di vita. Pentito degli eccessi a cui si era abbandonato, arrivò ad odiare l’arte magica che gli aveva sottratto quanto di più caro aveva al mondo. Si gettò ai piedi del Crocifisso della vicina chiesa di San Benedetto e lì avvenne il miracolo: il Crocifisso aprì gli occhi e accettò il pentimento di Barliario, che si ritirò a vita monacale fino alla fine dei suoi giorni. Gli echi della leggenda si riverberano fino ai nostri giorni, se è vero che alcuni salernitani, memori dello strano racconto tramandato, evitano di passare sotto gli archi del ponte a notte fonda, temendo di intravedere l’ombra di qualche spirito maligno.