Dal 1990 il Museo Diocesano di Salerno è ubicato nell’ex Seminario Arcivescovile insieme all’Archivio ed alla Biblioteca. L’edificio, che si affaccia su Largo Plebiscito con un’architettura sobria e classica al tempo stesso, ebbe la sua origine nel secolo XVI quando l’arcivescovo Cervantes stabilì la costruzione del Seminario, in attuazione al deliberato del Concilio di Trento in cui si raccomandava l’istituzione dei collegi per l’istruzione dei futuri sacerdoti.
Fu Mons. Arturo Capone, insigne studioso salernitano, che negli anni ’30 del Novecento apprese di quanti tesori di arte era stata depauperata la Cattedrale di Salerno nel corso dei secoli. Maturò così in lui l’idea di raccogliere in sale di esposizione prima alcune tele dipinte che rivestivano le pareti del Duomo e la sacrestia, poi alcuni codici miniati e il rotolo dell’Exultet. Quest’ultimo, risalente ai primi decenni del XIII secolo, è una delle più grandi opere poco conosciute per la rarità – essendone al mondo circa una trentina tutte di estrazione dell’area della cosiddetta “Longobardia minor” dell’Italia meridionale –. Si tratta di un rotolo pergamenaceo, presumibilmente in pelle di pecora, con 23 scene dipinte tra le quali spicca la raffigurazione giovanile dell’imperatore Federico II di Svevia. Il termine Exultet corrisponde alla prima parola del canto liturgico che veniva intonato dal diacono nel corso della cerimonia nella notte del Sabato Santo.
Un’importante raccolta numismatica che annovera monete della Magna Grecia e del periodo longobardo fino ad arrivare al medagliere pontificio e il celebre ciclo di avori del secolo XII arricchiscono il patrimonio del Museo Diocesano il cui percorso artistico nelle sale si sviluppa, poi, con le opere pittoriche ad iniziare dai dipinti su tavola di cultura giottesca che qualificano l’interessante repertorio di arte gotica presente nell’edificio.
L’adesione alle conquiste rinascimentali della pittura salernitana si evidenzia, inoltre, sia nelle prospettive di Vincenzo de Rogata che soprattutto nelle tavole di Andrea Sabatini, il più celebre interprete della lezione raffaellesca nell’Italia meridionale e di cui spicca “La Pietà” in una delle sale del museo.
La ricca collezione, poi, di dipinti su tela del ‘600 – tra gli altri la “Giuditta” di Francesco Guarini – offre un quadro delle correnti pittoriche del periodo barocco così come il XVIII secolo artisticamente è ben rappresentato, tra gli altri, dalle splendide tele di Angelo e Francesco Solimena i cui dipinti sono caratterizzati da una elegante configurazione delle scenografie architettoniche distribuite in maniera quasi teatrale.
Dal 1990 il Museo Diocesano di Salerno è ubicato nell’ex Seminario Arcivescovile insieme all’Archivio ed alla Biblioteca. L’edificio, che si affaccia su Largo Plebiscito con un’architettura sobria e classica al tempo stesso, ebbe la sua origine nel secolo XVI quando l’arcivescovo Cervantes stabilì la costruzione del Seminario, in attuazione al deliberato del Concilio di Trento in cui si raccomandava l’istituzione dei collegi per l’istruzione dei futuri sacerdoti.
Fu Mons. Arturo Capone, insigne studioso salernitano, che negli anni ’30 del Novecento apprese di quanti tesori di arte era stata depauperata la Cattedrale di Salerno nel corso dei secoli. Maturò così in lui l’idea di raccogliere in sale di esposizione prima alcune tele dipinte che rivestivano le pareti del Duomo e la sacrestia, poi alcuni codici miniati e il rotolo dell’Exultet. Quest’ultimo, risalente ai primi decenni del XIII secolo, è una delle più grandi opere poco conosciute per la rarità – essendone al mondo circa una trentina tutte di estrazione dell’area della cosiddetta “Longobardia minor” dell’Italia meridionale –. Si tratta di un rotolo pergamenaceo, presumibilmente in pelle di pecora, con 23 scene dipinte tra le quali spicca la raffigurazione giovanile dell’imperatore Federico II di Svevia. Il termine Exultet corrisponde alla prima parola del canto liturgico che veniva intonato dal diacono nel corso della cerimonia nella notte del Sabato Santo.
Un’importante raccolta numismatica che annovera monete della Magna Grecia e del periodo longobardo fino ad arrivare al medagliere pontificio e il celebre ciclo di avori del secolo XII arricchiscono il patrimonio del Museo Diocesano il cui percorso artistico nelle sale si sviluppa, poi, con le opere pittoriche ad iniziare dai dipinti su tavola di cultura giottesca che qualificano l’interessante repertorio di arte gotica presente nell’edificio.
L’adesione alle conquiste rinascimentali della pittura salernitana si evidenzia, inoltre, sia nelle prospettive di Vincenzo de Rogata che soprattutto nelle tavole di Andrea Sabatini, il più celebre interprete della lezione raffaellesca nell’Italia meridionale e di cui spicca “La Pietà” in una delle sale del museo.
La ricca collezione, poi, di dipinti su tela del ‘600 – tra gli altri la “Giuditta” di Francesco Guarini – offre un quadro delle correnti pittoriche del periodo barocco così come il XVIII secolo artisticamente è ben rappresentato, tra gli altri, dalle splendide tele di Angelo e Francesco Solimena i cui dipinti sono caratterizzati da una elegante configurazione delle scenografie architettoniche distribuite in maniera quasi teatrale.